La storia del comune
Registro storico
Il territorio conserva tracce evidenti della centuriazione romana. I reperti archeologici di epoca romana sono numerosi ed importanti: resti di “ville rusticae”, lapidi votive, tombe, venuti alla luce nei pressi dell’abitato e un po’ su tutto il territorio comunale.
Toponomastica
Il nome del paese si trova citato per la prima volta in un diploma del Re Carlomanno dei Franchi datato 19 ottobre 877. Il sovrano franco aveva emesso il diploma a favore del Monastero di Bobbio proprio in Cortenuova (sarebbe meglio dire “Cortenova”), allora “Curtis Regia” di proprietà demaniale, posta all’incrocio delle strade che collegavano Milano alle Venezie e Bergamo a Cremona (“Actum in Curte Nova Villa Regia”. Il documento è conservato nell’Archivio di Stato di Torino). La “curtis”, fin dall’epoca longobarda (VI-VIII sec.), era il villaggio agricolo che si trovava al centro di un latifondo: era formato dal “palatium” del feudatario, dalle case dei servi, dai magazzini e dalle stalle, dalla cappella e dalla piazza del mercato. L’abitato era circondato generalmente da un fossato e da opere di difesa. La “curtis” di Cortenova, proprietà del sovrano dei Franchi, era una delle più importanti “curtis regiae” del territorio bergamasco.
Possedimento vescovile
Nell’anno 915 la “curtis” di Cortenova risultava di proprietà di un certo Conte Didone che, proprio in quell’anno, la cedeva al vescovo di Bergamo Adalberto (C.D.L., XIII, c. 901). Il documento elenca le proprietà della “curtis” e la loro estensione, i villaggi che la componevo il numero dei servi e degli affittuari. Al tempo del Vescovo Ambrogio II Martinengo (a. 1017-1023 ca.) Cortenova fu probabilmente infeudata ad un suo familiare, che vi costruì un castello. Nel 1171 (Arch. Cap. Bg., perg. 4399) Oberto da Martinengo risultava già residente in Cortenova; i suoi discendenti porteranno allora il titolo di “Conti di Cortenova”.
La Contea di Cortenova (Comitatus Curtisnovae)
Il territorio della Contea corrispondeva a quello dell’antica “curtis regiae” e si estendeva dall’Oglio al Serio su circa 20 kmq. I Conti di Cortenova possedevano inoltre quasi tutte le terre di Martinengo, Romano, Covello, Covo, Fara, Isso, Mozzanica, Cividate, Mornico, Palosco, Calcinate, Bolgare e Telgate. La famiglia dei Cortenova di tendenza guelfa si alleò nel 1200 con Milano e Brescia, incorrendo nelle ire del Comune ghibellino di Bergamo, che la mise al bando. Nel corso della guerra tra Federico II e il Comune della Lega Lombarda i Conti di Cortenova svolsero un’intensa attività diplomatica a favore di Milano e di Brescia, riuscendo a sottrarre a Bergamo tutto il territorio tra Oglio e Serio, dove passavano le più importanti vie di collegamento tra le due città guelfe. Lo scontro tra i due eserciti avvenne proprio sotto le mura di Cortenova il 27 novembre 1237. Fu praticamente un’imboscata che Federico II mise in atto mentre l’esercito della Lega, in marcia da Brescia a Milano, si apprestava ad accamparsi per trascorrere la notte. I guelfi lasciarono sul campo oltre 10000 tra morti e prigionieri. Il giorno seguente l'imperatore occupò e rase al suolo Cortenova e le sue poderose fortificazioni, (abbandonate nottetempo dai difensori e dagli abitanti). I Cortenovesi superstiti andarono a popolare i vicini villaggi di Romano, Martinengo e Cividate; quelli che caddero nelle mani di Federico e dei suoi alleati bergamaschi furono legati al giogo e trascinati dietro il carroccio per le vie di Cremona, dove si celebrò il trionfo. Il territorio di Cortenova passò al Comune di Bergamo che ne proibì il ripopolamento. Pertanto il territorio rimase praticamente deserto fino oltre la metà del secolo XV d.c.
I Conti di Cortenova
Alcuni Conti di Cortenova ricoprirono importanti cariche politiche nelle città guelfe del Nord Italia: Zilio di Cortenova fu Vicale Imperiale e Console di Bergamo nel 1193 (prima dell’alleanza con Milano) e nel 1203 fu podestà di Verona; Maffeo di Cortenova fu giudice a Milano nel 1207 e Podestà di Brescia nel 1227; Egidio I di C. fu podestà di Brescia nel 1236; Manfredo di C. fu podestà di Verona nel 1227 (promulgò i primi statuti della città) e di Milano nel 1234 (si alleò con Enrico, il figlio ribelle di Federico II); Ubertino di C. fu Canonico di Bergamo e, come tale, si oppose nel 1242 all’elezione di Enrico di Sessa a Vescovo di Bergamo; Egidio II, il famoso eretico, si rifugiò a Mozzanica dopo la distruzione di Cortenova, mantenendovi un centinaio di eretici. Il Papa nel 1254 ordinò al Comune di Milano di occupare Mozzanica e processare il Conte eretico. Egidio, dopo la resa di Mozzanica, ritornò probabilmente in seno alla chiesa tanto che, trasferitosi a Milano poté sposare la sorella dell’Arcivescovo Ottone Visconti.
La lenta rinascita
Fino alla fine del XIV secolo il territorio di Cortenova, seppur disabitato, aveva un’estensione molto maggiore dell’attuale territorio comunale. Infatti, ad occidente comprendeva ancora tutta la zona del Dignone e i terreni tra S. Rocco del Capo e il confine con Martinengo fino al Serio; ad oriente arrivava fino all’Oglio occupando i terreni tra S. Giorgio, il Ceredello e il Fosso Bergamasco (Arch. Stor. di Romano, perg. dei Confini 1395 – perg. dei Confini di Cividate del 1456, Bibl. A. Mai, Bg.). Nel 1454 il territorio di Cortenova entrò a far parte del Feudo di Bartolomeo Colleoni. Il capitano costruì alcuni edifici rurali sui ruderi del castello distrutto nel 1237 per ospitare i contadini che dovevano coltivare le terre circostanti. Questo antico nucleo di edifici si chiama ancora oggi “Malpaga”, come il castello dove risiedeva il Colleoni. Nel 1575 Cortenova contava circa trecento anime (Visita Apostolica di S. Carlo); la popolazione rimase pressoché costante fin’oltre la metà del XVIII secolo. Dopo la metà del XIX secolo iniziò un rapido incremento demografico dovuto probabilmente all’espansione delle aree coltivate sottratte al bosco. La popolazione rimase poi stazionaria attorno alle 1600 unità fino al 1951, quando iniziò un lento decremento dovuto all’emigrazione verso i centri industriali; a partire dal 1976, la costruzioni di numerosi stabilimenti favorì la ripresa economica e demografica. Attualmente il comune vanta oltre mille posti di lavoro ed una popolazione residente di circa 1600 abitanti in continuo aumento (Arch. Curia Vescovile di Bg., Atti Visite Pastorali; ISTAT).
Monumento
Dell’antico Castello distrutto nel 1237 si conosce solamente il perimetro; qualche scarsa traccia del basamento delle mura si può ancora notare sotto gli edifici dello Stallo Colleoni lungo il fossato ora coperto. Il Palazzo Colleoni a Nord del paese, fu eretto nel 1760 su progetto dell’arch. Filippo Alessandri. La Parrocchiale di S. Alessandro citata in un documento del 1171, fu ricostruita dal Colleoni nel XV secolo. Alla fine del Settecento fu nuovamente ristrutturata e ampliata su progetto di G. Terzi Moroni. La facciata neoclassica è opera di G. Berlendis (1830) autore anche del Mausoleo Colleoni. La Chiesa fu nuovamente ampliata tra il 1877 e il 1880 con l’aggiunta delle navate minori. Il Santuario – Parrocchia di S. Maria del Sasso, nell’omonima frazione, compare in documenti del 1180 con la denominazione di S. Maria in Campagna, di proprietà del monastero di Vallalta. Fu ampliato nel XVI secolo (affreschi sulla parete destra recentemente scoperti) e rifatto in stile barocco a metà del ‘700, forse su progetto di F. Alessandri. Nel 1943 fu aggiunto un atrio e nel 1955 il nuovo campanile. Sul lato settentrionale ha addossato un elegante portico del XVI secolo. L’interno rococò fu decorato da stucchi di Muzio Camusso e da tele di eccellenti pittori.